Rugby Spot Ignoranza

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Celtic: la FIR indica Roma e Viadana

Posted by Giorgio Pontico su 19 luglio 2009

La FIR non ha scelto né escluso nessuno: ha semplicemente chiarito quali siano le candidate favorite. La palla deve ancora passare per il board della Celtic League, la quale ha l’ultima parola in merito all’entrata dell’Italia nel campionato/calderone.

Treviso potrebbe essere a tutti gli effetti la grande esclusa della situazione, nonostante le voci che circolavano. Il Veneto rischia di ritrovarsi senza rappresentanti degni della sua storia ovale: ben venga.

Se il rugby italiano vuole veramente compiere il tanto atteso salto di qualità deve abbattere tutti gli steccati territoriali che fino ad oggi hanno caratterizzato l’interno movimento: non più Treviso, Venezia, Rovigo ma Veneto. Basta con le due parmensi, Noceto, Viadana, Colorno, basta con i campanilismi. Basta anche con Lazio, Rugby Roma, Capitolina e le tante altre piccole realtà romane.

In Irlanda e Nuova Zelanda l’avvento delle franchigie non ha cancellato i club. La contesa per il  Ranfurly Shield continua ad essere per i neozelandesi uno degli appuntamenti ovali più sentiti ed attesi. Vogliamo parlare poi della Currie Cup?

Quali risultati ha prodotto invece il rugby campanile in Italia? Siamo entrati nel 6Nations per merito (ma anche e soprattutto per motivi economici) e poi? Il nulla cosmico. Squadre imbottite di stranieri mediocri (unica eccezione Viadana) che in Europa prendono schiaffi a destra e a manca; inutili e controproducenti rivalità come quelle fortemente radicate in Veneto (Treviso, Rovigo, Padova, Venezia, San Donà e chi più ne ha più ne metta).

La svolta potrebbe essere dietro l’angolo. Per decenni il rugby è stato appannaggio di poche regioni elette: era ora che finisse. Anche il Sud ha diritto ai palcoscenici che per anni sono stati occupati, senza troppo successo, dalle storiche squadre del nord.

Perché il rugby italiano non se ne fa nulla del dualismo Padova-Treviso, se poi la prima perde in Challenge Cup contro il Bucuresti mentre la seconda va in giro per l’Europa a fare pessime figure.

I dirigenti della Celtic sceglieranno le franchigie dalle quali pensano di riuscire a spremere più soldi come incassi per partite e diritti televisivi: Roma ha il vantaggio del marchio mentre Viadana e suoi aironi hanno la struttura e la mentalità più anglosassone che ci sia in Italia. Treviso voleva fare tutto da sola, voleva tenersi stretti i soldi dei Benetton e proporsi come ambasciatrice del rugby italiano. Niente di più sbagliato.

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Il ritorno del figliol kiwi

Posted by Giorgio Pontico su 12 luglio 2009

Al primo minuto della prima giornata della Currie Cup 2009 Chris Jack, alla sua prima presenza con Western Province, segna la sua prima meta nel massimo campionato sudafricano: la sua altezza gli permette di stoppare una calcio sbilenco di Rory Kockott, schiacciando con il proprio peso l’ovale nel frattempo rotolato in area di meta.

Ottimo inizio. WP alla fine dominerà l’incontro grazie ad altre due mete: niente bonus ma comunque un avvio di stagione soddisfacente, soprattutto visto il valore degli avversari, gli Sharks, e la meta di Jack in questo caso è stata instrumental, come dicono i britannici.

Jack, All Black per 67 volte, ha dato prova di eccellenti doti atletiche per una seconda linea bruciando sullo scatto nientemeno che Stephan Terblanche.

Niente male per uno che neanche un mese fa aveva concluso la sua avventura con i Saracens in Guinness Premiership dicendosi deluso dal livello del campionato inglese, da lui giudicato troppo facile rispetto a quelli da cui proveniva.

Dopo la Currie Cup dovrebbe far ritorno alla franchigia neozelandese che lo ha consacrato fra i più forti kiwi nel suo ruolo, i Crusaders di Canterbury: vedremo come si comporterà, come giocherà e se finalmente riuscirà a divertirsi.

I colpi che si prendono nel campionato inglese non si prendono da nessuna altra parte, si sa. Meglio le corse tra i placcaggi molli del Super14, dove il rugby sembra essersi livellato come era prima dell’avvento del professionismo: grande flare in attacco ma tanta incertezza in difesa.

Video Credits: Rugbydump eaq6dzfiuc

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