Rugby Spot Ignoranza

The slow one now will later be fast

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L’erba di Twickenham

Posted by Giorgio Pontico su 27 settembre 2009

Il treno parte da Waterloo con una precisione tipicamente inglese. Clapham Junction e Richmond sono le uniche due fermate che mi separano da Twickenham. E’ la terza volta quest’anno che scendo nei pressi dello stadio: a febbraio per il 6 Nations e a maggio per la finale di Guinness Premiership. Stavolta sarà diverso, stavolta non siederò sugli spalti: stavolta a Twickers ci gioco.

rugbyattwick1

Il tempo di riunirsi con il resto della squadra, quei Funkypheega che spopolarono alla tappa di Bournemouth di Scrum On The Beach, una manifestazione organizzata dalla RFU e sponsorizzata da O2.

Ci viene offerta una colazione in una sala che ha l’aria di aver visto in passato gente importante. Poco importa: adesso ci siamo noi.

A spiegarci cosa dovremmo fare sale sul palco Austin Healey, grandissimo ex giocatore di Leicester Tigers, Inghilterra e Lions.

Michele, Austin and me

Un’ora dopo varco la porta che dagli spogliatoi conduce al terreno di gioco. Quasi come Martin Johnson, Jason Leonard e Will Carling: loro erano accolti da una folla che superava le 80mila persone mentre per noi non era venuto nessuno.

Mi ritrovo a scorrazzare come un bambino sul prato verde dello stadio. Provo per due volte un drop ma senza successo. Mi limito quindi a schiacciare la palla in meta sotto la North Stand, la stessa dove Mirco Bergamasco segnò l’unica meta italiana in quella pessima partita di rugby che fu Inghilterra-Italia del 6 Nations 2009.

Poi Austin richiama l’attenzione di tutti: c’è del lavoro da fare.

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Rugby “birra e sarciccia”? No grazie

Posted by Giorgio Pontico su 18 settembre 2009

Nel rugby giocare in Serie C significa affrontare un campionato di livello leggermente superiore a quello delle parrocchie, o un torneo rionale. Specialmente nel Lazio poi, in teoria la seconda regione italiana per numero di tesserati ovali, l’organizzazione e la comunicazione sembrano essere concetti lontani dalla mente che decide del futuro di quelle 25/26 squadre sparse per il viterbese, il Comune di Roma e l’agro pontino.

In Lombardia è già tutto pronto: le squadre e i cinque gironi, uno dei quali è rappresentato sul Web da un blog apposito, sono già pronti. A Roma dovrebbe esserci stata un riunione lo scorso 15 settembre. Il Comitato Regionale Laziale avrebbe dovuto comunicare le date e gli incontri. Stiamo ancora aspettando: tra meno di un mese il campionato dovrà avere inizio ma oggi ancora non si sa nulla. Buio totale.

Per un movimento che ha l’ambizione di crescere, di evolvere, la serietà è una conditio sine qua non, un requisito imprescindibile. Se poi Prato riesce a “dimenticarsi” di non schierare un giocatore squalificato in Super 10 beh, allora i conti tornano.

Errori grossolani. Volemose bene. Il rugby birra e sarciccia mi ha un po’ stufato. In Inghilterra ho giocato anche nella sesta divisione della  Middlesex Merit Table, il livello più basso del rugby inglese. Ho trovato semplicità, divertimento e organizzazione certosina. In Italia, anzi nel Lazio, pare invece che la partita non sia altro che una formalità da espletare prima di arrivare al tanto celebrato Terzo Tempo. Birra e sarciccia appunto.

Dopo la partita in Inghilterra si va al pub, tutti insieme ovviamente. Si chiacchiera, si beve e il più delle volte ognuno paga ciò che consuma. Il capitolo felice della giornata è già passato e ce lo si porta addosso con le ammaccature, i doloretti e quel senso di stanchezza che ogni lunedì mattina sembra inchiodarti al letto. Il bello del rugby è giocarlo, il resto è contorno. E’ sacrificabile e se devo rinunciare al classico terzo tempo alla romana per avere un organo federale in grado di tenermi informato, attaccato al gioco e all’ambiente circostante, ben venga. Meglio un panino veloce, una birra  da 33cl e quattro chiacchiere piuttosto che la tavolata in stile mensa scolastica.

Preferisco non avere il fiato per parlare sapendo di aver lasciato i polmoni sul campo.

Update – Secondo fonti sicure il Comitato ha effettivamente deciso quale dovrebbe essere la composizione dei gironi ma ad oggi non è apparsa nessuna comunicazione ufficiale.

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L’essenza del Rugby: Funkypheega

Posted by Giorgio Pontico su 26 luglio 2009

Il rugby è uno sport splendido, unico nel modo in cui viene vissuto.

Ho passato questo weekend a Southampton, ospite di cari amici, per prendere parte ad un torneo di beach tag rugby organizzato dalla RFU in collaborazione con O2, carrier telefonico britannico e sponsor di maglia della nazionale della rosa. La tappa cui abbiamo partecipato è stata quella di Bournemouth, circa 50 miglia ad ovest di Southampton: sette campi, diverse strutture dedicate tra cui uno stand popolato da splendide O2 Angel come quelle che (qui sotto)abbiamo fatto assurgere al cielo.

angels&demons

angels&demons

La nostra squdra si chiamava Funkypheega: un nome che lascia ben intendere con quale serietà avessimo preso la manifestazione. Il sottoscritto insieme a Davide Magagna, Stefano James Nocera, Iain “Gianni” Russon, Tim Medici, Riccardo Attanasio, Beppe Benazzi e Tom Worthington ha dato letteralmente spettacolo: eravamo animali da palcoscenico traslati su un campo da beach rugby pieno di sassi aguzzi che hanno fatto dei nostri piedi un campo di battaglia.

A causa del nostro comportamento licenzioso, ma perfettamente in linea con lo spirito del nostro gruppo e del torneo, abbiamo perso tutte le partite disputate, mostrando grande abilità nel confezionare mete pregevoli sia grande umanità permettendo ad avversari che avranno avuto sì e no tre anni di provare l’ebrezza di correre e segnare. Tutto questo ci è valso l’assegnazione del premio “Fair Play”, che ci è stato consegnato sotto forma di invito a giocare Twickenham il prossimo 25 settembre da Ugo Monye e Paul Sackey, testimonial della manifestazione.

me&guys

Da sx a dx: Stefano James Nocera, Paul Sackey, Giorgio Pontico, Ugo Monye, Davide Magagna, Beppe Benazzi. Iain Russon, Riccardo Attanasio e Tom Worthington erano impegnati ad assistere Tim Medici, infortunatosi gravemente.

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