Rugby Spot Ignoranza

The slow one now will later be fast

Posts Tagged ‘Trinations’

La meta dell’anno

Posted by Giorgio Pontico su 7 dicembre 2009

Sono quattordici giocatori a contendersi il premio per la meta più bella del 2009 istituito dalla International Rugby Player Association (IRPA). Senza distinzioni di emisfero o di tier, le mete candidate sono state segnate sempre in match internazionali: Trinations, 6 Nazioni, Tour dei Lions e altre partite che hanno coinvolto il mondo ovale in questi dodici mesi.

Ecco i contendenti…

Berrick Barnes (Australia) Lee Byrne (Galles)  Gonzalo Comacho (Argentina) Jaque Fourie (Sudafrica) Imanol Harinordoquy (Francia) Jamie Heaslip (Irlanda) Cedric Heymans (Francia) Rob Kearney (Irlanda)  Ma’a Nonu (Nuova Zelanda) Isaac Ross (Nuova Zelanda) Shane Williams (Galles) Alexander Yanyushkin (Russia) Vincent Clerc (Francia) Mils Muliaina (Nuova Zelanda)

…e le mete, grazie a Rugbydump

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Noi volevamo Steyn, ma abbiamo votato McCaw

Posted by Giorgio Pontico su 2 dicembre 2009

In molti nella comunità ovale avevano storto il naso di fronte ad alcuni dei candidati a ricevere il premio IRB Player of the Year. Tra Richie McCaw, Brian O’Driscoll , Jamie Heaslip, Tom Croft, Matt Giteau, Fourie du Preez e François Steyn non credo ci siano dubbi nell’affermare che il capitano dell’Irlanda abbia avuto una stagione stellare e probabilmente si sarebbe meritato il premio. Tuttavia, come fa notare il blog Che Palle!, pare che il panel di ex stelle del rugby chiamate a decidere avrebbe voluto votare Steyn, non François ma Mornè: il mediano sudafricano ha forse pagato il fatto di avere esordito solo quest’anno in maglia Springbok ma non ha sbagliato quasi nulla. Ha vinto il S14 a suon di drop e si è imposto subito dopo come titolare in nazionale, portandola a vincere i Trinations e segnando 31 punti all’esordio contro la Nuova Zelanda di un anonimo (rispetto ai suoi standard) Richie McCaw, vincitore del premio.

Un grazie a Luca per la segnalazione 🙂

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Primo Round: Nord 0 – Sud 2

Posted by Giorgio Pontico su 9 novembre 2009

Cade l’inghilterra a Twickenham (18-9) per mano dell’Australia, mentre il Galles cede (19-12) a degli All Blacks non proprio brillanti. Entrambe le formazioni britanniche hanno fatto del loro meglio, ma non è bastato. L’emisfero sud si allunga subito e si porta su 2-0 dopo la prima giornata di quello che ormai e diventato lo scontro fra Trinations e 6Nations.  A salvare la faccia al rugby europeo è una squadra di club, i Leicester Tigers dove milita il pilone azzurro Castrogiovanni. Le tigri inglesi, prive di almeno 15 prime scelte tra infortuni e convocazioni internazionali, hanno battuto un Sudafrica rimaneggiato, confermando la Guinness Premiership come un torneo valido sotto ogni aspetto tecnico.

Il prossimo week end vedrà affrontarsi Scozia e Fiji a Edimburgo, Inghilterra-Argentina a Londra, Irlanda-Australia  a Dublino, Galles-Samoa a Cardiff, Francia-Sudafrica a Parigi, e per finire Italia-Nuova Zelanda a Milano.

Dura fare pronostici: per l’Italia si tratta di un match proibitivo, il Galles paga un pessimo momento delle sue franchigie in Magners League. Francia e Irlanda sembrano le squadre più accreditate per aggiudicarsi lo scontro con i rivali del sud.

 

 

 

 

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Test d’autunno

Posted by Giorgio Pontico su 5 novembre 2009

Ammetto di non sapere da quanto tempo si sia instaurata la consuetudine degli Autumn Internationals nel rugby internazionale. La relativa voce su Wikipedia non aiuta a sciogliere questo mio dubbio, tuttavia tra pochi giorni si parte. Durerà almeno tre settimane quello che ormai è diventato lo scontro tra due emisferi, due modi praticamente opposti di approcciare il gioco: da una parte il rugby di trincea e dall’altra il rugby di potenza e velocità.

Ancora una volta è una sfida tra Nord e Sud. Nelle ultime stagioni le formazioni australi hanno maltrattato le europee: nel 2008 solo la vittoria del Galles contro l’Australia ci salvò da un vergognoso whitewash continentale. In ogni caso quest’anno la partita sembra meno sbilanciata del solito: Australia e Nuova Zelanda stanno attraversando un delicato momento di transizione. Il vero rullo compressore, l’avversario da battere, è ancora una volta il Sudafrica campione del mondo e vincitore dell’ultimo Trinations.

L’Italia sarà impegnata il 14 novembre a Milano contro la Nuova Zelanda (e il sottoscritto ci sarà), poi a Udine il 21 contro il Sudafrica per finire poi ad Ascoli il 28 contro Samoa.

 

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Argentina nel Tri Nations – UPDATE

Posted by Giorgio Pontico su 14 settembre 2009

Le home nations dell’emisfero sud potrebbero avere presto una nuova contendente per la vittoria del Tri Nations (che a quel punto cambierebbe denominazione). Si tratta dell’Argentina, un paese rugbystico che merita sicuramente l’entrata in un torneo di prestigio.

Si vociferava ormai da tempo riguardo l’inclusione dei Pumas nella maggiore manifestazione ovale al di sotto dell’equatore: se tutto dovesse andare come previsto, e sperato, dal 2012 il torneo recentemente stravinto dal Sudafrica potrebbe diventare ancora più divertente. L ‘Argentina sarà comunque una cenerentola viste le statistiche con le attuali union partecipanti: 4 vittorie con l’Australia, 1 pareggio con la Nuova Zelanda, e solo sconfitte contro il Sudafrica.

Non è chiaro se l’ingresso della squadra nazionale nel torneo significhi l’inclusione della UAR (Federazione Argentina) all’interno del SANZAR, il consorzio che gestisce Super 14 e Tri Nations. Sicuramente ai sudamericani verrà dirottata una fetta dei proventi televisivi: vera e propria linfa vitale per un movimento quasi del tutto amatoriale, la cui scuola è però apprezzata e rispettata in tutto il mondo ovale.

Update – E’ arrivata la conferma: i Pumas parteciperanno al torneo, a condizione che si presentino in campo con la migliore formazione possibile. Questo fatto rappresenta l’unica difficoltà tecnica, visto che la maggior parte dei giocatori argentini è tesserato presso club europei. Le televisioni daranno il loro assenso, su questo non c’è dubbio.

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Downunder si sperimentano giovani leve

Posted by Giorgio Pontico su 1 settembre 2009

Finalmente il coach dell’Australia ha compreso l’inutilità di schierare Luke Burgess come mediano di mischia e lancia il giovanissimo Will Genia, appena ventunenne ma che ha dimostrato doti di passaggio decisamente più evidenti rispetti al compagno di squadra. Non è detto che Genia sia il tanto atteso erede di Gregan, ma al momento è più in forma di Burgess: non c’è dubbio.

D’altronde le opache prestazioni di Giteau e compagni erano in parte dovute alla pessima assistenza fornita da Burgess dalla base di mischie e raggruppamenti. Nelle restanti partite che restano da giocare Robbie Deans vuole ottenere qualcosa di più dai suoi. Magari una vittoria.

Intanto dall’altra parte del mare di Tasman un altro giovane virgulto, stavolta neozelandese, viene chiamato a partecipare ad un training camp con gli All Blacks. Si tratta di Colin Slade, mediano d’apertura/estremo proveniente da Canterbury e indicato da molti come un possibile delfino di Daniel Carter.

UPDATE – Graham Henry fa sul serio e conferma Colin Slade nel gruppone degli All Blacks.

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All Blacks, pretattica in ottica RWC?

Posted by Giorgio Pontico su 3 agosto 2009

Non ricordo l’ultima volta che gli All Blacks hanno perso due partite consecutive. Si diceva che le prestazioni opache dei Test Match estivi fossero in realtà uno specchietto per le allodole: mostrarsi deboli per colpire al momento più propizio. Ma Richie McCaw e compagni, almeno per  il momento, non sembrano in grado di far male.

Questi Springbok, e lo dicono anche i tuttineri, sono una squadra pressoché perfetta: ad un pack straordinario come da tradizione, si è aggiunto un certo flare nella linea arretrata. Un mix calcolato al millilitro che fa di quello capeggiato da De Villiers un gruppo di giocatori in grado di partire come favorito contro chiunque.

Da parte loro i neozelandesi ce l’hanno messa tutta per sbagliare di tutto e di più. Donald è stato inguardabile ma i suoi compagni, tranne qualche rara eccezione, non sono stati da meno del loro mediano di apertura: nel complesso una squadra impalpabile che fa fatica a esprimersi.

Che sia una sorta di rito scaramantico in vista dei mondiali casalinghi in programma fra due anni? Data la frustrazione accumulata in 20 anni senza vincere una RWC gli All Blacks potrebbero essere arrivati a questo: barattare qualche Trinations per scrollarsi di dosso il titolo di favoriti e vincere finalmente  la Coppa del Mondo nell’era del professionismo. Piuttosto inverosimile.

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IRB vs SARFU

Posted by Giorgio Pontico su 14 luglio 2009

Era nell’aria da qualche giorno ma adesso ha assunto una forma ufficiale: La federazione sudafricana non la passerà liscia. Il capitano John Smit sarebbe responsabile quanto la SARFU per quanto accaduto nell’ultimo test con i Lions britannici. Smit si era recentemente posto a difesa del suo coach Pieter De Villiers, accusando i media di approfittare dell’inesperienza dell’allenatore a trattare con la stampa.

Per ora non è dato sapere di quale natura saranno i provvedimenti presi dal Judicial Panel Chairman dell’IRB: il Sudafrica è candidato, come del resto l’Italia, ad ospitare la RWC nel 2015 o nel 2019, e forse il giudice potrebbe puntare proprio su questo fattore. E’ invece completamente da escludere l’esclusione degli Springbok dal Trinations: l’organizzazione e la cessione dei diritti televisivi del torneo sono gestiti dal SANZAR, organismo indipendente dall’IRB.

Tuttavia la questione che rischia di prendere piede, compromettendo in qualche modo l’equilibrio del mondo ovale, è quella del rispetto verso gli enti che gestiscono il rugby, in questo caso l’IRB. La sceneggiata sudafricana infatti non è stata solo una boutade messa in atto dai giocatori della nazionale gialloverde: si è trattato di un colpo all’autorità dell’International Rugby Board. Un colpo che è stato assestato non solo dai nazionali, ma anche dal coach, dal presidente federale, dai tifosi: insomma tutto il movimento dell’ex Colonia del Capo si è scagliato contro il principio dell’inviolabilità dell’arbitro.

Evidentemente la grazia fatta a Schalk Burger (8 settimane di squalifica per eye-gouging deliberato) non è bastata ai tifosi saffer.

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